Guida all’omeopatia nel gatto Salutogenesi dei Rimedi

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Omeopatia Gatto

 
Guida all’omeopatia nel gatto Salutogenesi dei Rimedi
 

Guida all’omeopatia nel gatto Salutogenesi dei Rimedi. L’Omeopatia nei Gatti ed anche nei Cani, è una tra le più note terapie Olistiche ed è utilissima anche applicata su tutti gli altri animali. Similia Similibus Curentur è l’idea di similitudine, seminata da Ippocrate e germogliata in Paracelso che matura con Hahnemann. Cioè curare la malattia inducendo un processo simile al sintomo riscontrato.

 

Definirei l’Omeopatia come un sistema estremamente raffinato di somministrare rimedi curativi. Metodi basati sulle dinamizzazioni a dosi infinitesimali, di sostanze ricavate dal regno vegetale, animale e minerale.

Medici e Alchimisti come Ippocrate, Galeno, Paracelso gettarono le basi per l’OMEOPATIA che, più tardi nei secoli, fu sperimentata e introdotta da Hahnemann (1755-1843). Hahnemann nel 1769, pubblicò il primo “Saggio” e definì il suo sistema terapeutico. “Omeopatia” da Homeos (in greco Simile) e Phatos (in greco Dolore).
Hahnemann considerava la malattia come uno squilibrio interno in grado di influire sulla forza vitale del corpo.

L’Omeopatia tiene conto del quadro clinico, ma anche della costituzione fisiologica del malato e delle sue qualità emotive-comportamentali. Non si sostituisce alle forze di guarigione, proprie dell’organismo, messe in gioco per reagire alla malattia. Per cui una prescrizione, segue un certo tipo di classificazione detta: repertorizzazione

L’Omeopatia nel Gatto, prevede, come in umana, l’utilizzo delle medesime sostanze per le preparazioni Omeopatiche. Molte di queste sostanze allo stato puro sono potenti ed estremamente velenose. Per cui il sistema di preparazione dei rimedi omeopatici è quello della dinamizzazione in potenze centesimali CH, decimali DH e millesimali LM.
 
Generalmente nei casi di disturbi acuti, è opportuno utilizzare dinamizzazioni centesimali basse, ravvicinate e ripetute (5ch, 9ch 15ch), fino a miglioramento dei sintomi e poi smettere. Altrimenti si rischia di riportare indietro il quadro patologico. Infatti le diluizioni basse centesimali si usano ripetutamente (secondo necessità). Le alte dalla 30 ch in su, si usano in una o due somministrazioni uniche.
Tuttavia ci sono casi in cui anche le dinamizzazioni alte vanno continuate. Poichè la “vis vitalis” consuma il rimedio molto velocemente. In caso di malattie degenerative come il cancro o disturbi neurologici, oppure quando si seguono terapie farmacologiche.
Chiaramente va sempre personalizzato il trattamento in base alla risposta individuale.

L’Omeopatia quindi cura le malattie, attraverso la somministrazione di rimedi, che provocano nell’organismo umano e animale gli stessi sintomi presentati dal malato. Per quanto riguarda l’Omeopatia nel Gatto e Cane, pur mostrando ogni individuo animale una propria personalità differente e ben delineata rispetto al gruppo, si è rivelata efficace per affrontare determinate patologie.

Ai Gatti e ai Cani oltre le soluzioni omeopatiche in fiale da fare sottocute, le gocce e i granuli devono essere rispettivamente diluite e sciolti  in acqua minerale naturale

Pretendere di spiegare il funzionamento dell’omeopatia con le leggi della chimica, è come voler misurare l’altezza di un muro con una bilancia. Quindi non sforzatevi più di tanto per farla somigliare ad un farmaco chimico, perchè il suo potere curativo risiede altrove.

Come è noto, le preparazioni Omeopatiche oltre una certa potenza, NON contengono “principio attivo”. Si basano sugli assunti della fisica quantistica, secondo i quali l’atomo non esiste solo come particella di materia ma si manifesta ad onde vibratorie come “Quanto”. Ecco perché le preparazioni omeopatiche vanno conservate lontano da fonti elettromagnetiche dalle quali possono venire alterate. Seppur un prodotto Omeopatico non contenga principio attivo deve essere somministrato a ragion veduta. Poiché può provocare il cosiddetto “proving”, cioè causare i sintomi della malattia di cui è portatore se assunto allo stato puro. Inoltre è sempre bene valutare un eventuale aggravamento omeopatico, quando ci si avvicina al Similimum della persona o animale trattato.
 
 
Omeopatia Unicista e Omeopatia Pluralista
Anche quando si parla di Omeopatia nel Gatto e nei Cani, si differenziano due modi di applicare la “legge dei simili”: il metodo UNICISTA e il metodo PLURALISTA.

Il metodo Unicista (tipico dell’omeopatia classica) consiste nel somministrare un unico rimedio omeopatico alla volta. Quello più simile al suo complessivo stato di sofferenza. Ovvero si prendono in considerazione tutti i sintomi mostrati. Dai sintomi del disturbo principale a quelli dei disturbi secondari, a quelli della sfera psichica.. si ricava il rimedio più adatto. Secondo Hahnemann è necessario prescrivere una dose di rimedio unitario senza mai ripeterla alla stessa diluizione, ma procedere gradualmente.

Il secondo metodo, Pluralista, consiste nel prescrivere più rimedi contemporaneamente e alternarli tra loro. Si utilizzano quei rimedi composti, che nella sperimentazione hanno provocato sintomi più simili ai vari disturbi accusati, considerandoli separati tra loro. In questo caso l’organismo sceglierà il rimedio e la dinamizzazione più adatta a sé. Entrambi i metodi seguono la legge dei Simili, ma i risultati sono spesso diversi e non sono in antitesi tra loro.
 
 

Integralismo Omeopatico
“La Medicina è un Arte”, e come tutte le forme d’arte, è CREATIVA, INTUITIVA e in continua EVOLUZIONE.
Spesso chi si accosta al mondo delle cure integrate, abbraccia un nuovo stile di vita. Una vera e propria “filosofia” si muove in armonia con le leggi del Creato. Con l’habitat naturale in cui tutti noi, esseri viventi, siamo immersi e co-creatori.
Accade, per una strano scherzo dell’Ego di identificarsi in questa nuova esperienza, spostando l’attenzione in una direzione unica che diventa estrema. Si passa quindi dall’uso e abuso di Terapie Farmacologiche di sintesi chimica, all’uso integrale di Terapie Alternative. Così si va da un estremo all’altro.
 
 
La vera saggezza consiglia di usare durante un processo di malattia, tutti gli strumenti esistenti, per appoggiare l’organismo durante questo stato di crisi. Un terapeuta sapiente, sa come utilizzare una Terapia Allopatica o una Terapia Naturale, adattandola caso per caso, dopo un’attenta valutazione del malato: UOMO o ANIMALE. 

 
Certamente c’è un abisso tra assumere un antibiotico e basta.. o assumere un antibiotico con il supporto di una serie di fitoterapici, integratori e probiotici, atti a minimizzare gli effetti dannosi dello stesso.
 
Questo fa la differenza!
 
 
I DOSAGGI e la scelta dei vari prodotti disponibili in commercio, vanno personalizzati e non sono mai uguali per tutti. Ogni animale risponde assai diversamente ai rimedi usati, in base alle cause, ai sintomi, allo stile di vita, all’intensità della malattia e ad altri fattori concomitanti da valutare.

 
 
Grazia Foti
Naturopatia Integrata

 
 
www.gattocicovablog.it

 
 
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