Pesce nel gatto e nel cane: cautela e attenzione nella scelta
Il Pesce nel Gatto e nel Cane va dato con cautela e con molta attenzione. Ci sono pesci che ogni tanto, se di provenienza controllata, possono far parte dell’alimentazione di Gatti e Cani, altri invece vanno evitati.
Lotti di alcune tipologie di pesce di grandi dimensioni, come pescespada, tonno o palombo, vengono ritirati dal Ministero della Salute a causa delle eccessive concentrazioni di mercurio, che possono avere conseguenze anche serie, per cui si consiglia di preferire pesce azzurro di piccola taglia.
Indubbiamente il danno ambientale che deriva dal consumo del pesce è enorme! Tuttavia ci sono seri disturbi che il suo consumo procura alla salute, sia per motivazioni dipendenti dall’uomo, sia perché contiene sostanze altamente allergizzanti. Di fatto non c’è nulla nel pesce che non sia contenuto nei prodotti vegetali. L’Omega 3 è presente anche nel mondo vegetale ed in particolare nei semi, senza rischiare effetti negativi del pesce.
Il PESCE e in particolare alcune specie come il pesce azzurro o il tonno, rilasciano notevoli quantitativi di istamina. I pesci a più elevato contenuto di istamina sono: sardine, sgombri, alici e tonni, ovvero il pesce azzurro tipico dei nostri mari. L’istamina contenuta nei pesci è responsabile anche di fenomeni di intossicazione. (L’istamina è un composto azotato che si forma, con una certa reazione chimica, da un aminoacido l-istidina e tra le varie funzioni, è uno dei mediatori chimici dell’infiammazione).
I pesci sono ricchi di purine (sostanze azotate che fanno aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) ed anche di metalli pesanti, derivanti dall’inquinamento delle acque a causa degli scarichi industriali e fognari.
Nelle acque dei nostri mari, usate come discarica, si disperdono sostanze nocive come il cadmio, il piombo, l’arsenico e il mercurio. Questi elementi vengono assorbiti dai pesci, soprattutto quelli di grossa taglia, perché vivono più a lungo nelle acque inquinate e anche perché mangiando i pesci più piccoli, assumendo così una maggiore quantità di sostanze nocive.
La mole di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) passa facilmente dal pesce nell’organismo umano e degli animali che se ne cibano. L’organismo non è in grado di smaltire un metallo come il mercurio notoriamente assai pericoloso perché cancerogeno.
Ma oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle cozze, nelle ostriche e nei crostacei, di cadmio e piombo, abbondantemente presenti negli scarichi industriali.
Nei pesci sono state trovate quantità enormi di pesticidi e di metalli pesanti, oltre che residui di scarichi industriali che finiscono in mare, nei laghi e nei fiumi. Il problema è che la struttura organica del pesce contiene alginato di sodio, una sostanza che ha la proprietà di assorbire metalli pesanti provenienti dagli scarichi industriali e scorie radioattive.
Uno studio condotto dall’Onu dimostra che ogni anno vengono versati in mare 900 mila tonnellate di fosforo, 200 milioni di tonnellate di azoto, 85 mila tonnellate di metalli pesanti, 200 mila di organocloruri, 47 mila di idrocarburi policiclici aromatici provenienti dalle aziende petrolifere, dall’industria chimica, metallurgica e dagli impianti per il trattamento delle acque fognarie.
Secondo un recente rapporto dell’UE tracce di metalli e diossina sono frequenti nei pesci e nei mitili.
Quasi tutti i pesci contengono tracce di mercurio, ma quelli che ne contengono di più sono i pesci grossi che mangiano altri pesci, come sgombri e soprattutto tonno (tonni, alici, sgombri, sarde e salmoni appartengono alla categoria dei pesci grassi).
Nel pesce ci sono velenose concentrazioni di cloruro di sodio (che con la cottura diventano massa inorganica causante tumori gastrici, ritenzione idrica, gravi idropisie), diossine, ritardanti, alte concentrazioni di minerali micidiali tipo mercurio e cadmio.
I processi alterativi si manifestano più rapidamente nei pesci marini rispetto a quelli di acqua dolce.
Il pesce può causare parassitosi, asma, eczema, prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso, ecc. Può anche trasmettere salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare i pericoli in tal senso. Alcuni molluschi possono trasmettere l’epatite virale ed altre malattie infettive.
I pesci d’allevamento, invece, contengono enormi quantità di additivi chimici, di ormoni e farmaci che servono ad aumentare velocemente il peso dell’animale, oltre ad evitare dannose epidemie. Per 10 kg di spigole di allevamento occorre sacrificare 100 kg di sardine catturate in mare.
Il pesce contiene molto colesterolo: gamberi e crostacei ne contengono quasi il doppio rispetto alla carne di manzo.
Il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto, la cottura denatura gli Omega 3, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi.
Per quanto riguarda l’Olio di PESCE e/o di Krill, non va dato a Gatti e Cani
L’Omega 3 non è affatto una prerogativa del pesce, l’assunzione di Omega 3 è più efficiente se proviene dai vegetali invece che dal pesce. Studi sugli eventuali benefici dell’olio di pesce, non hanno dimostrato maggiore utilità nei problemi neurologici, cancro, demenza, malattie autoimmuni, asma, sclerosi, diabete ecc. rispetto agli Omega 3 di derivazione vegetale ed in più Cani e Gatti non digeriscono olio di pesce, spesso dopo qualche giorno di assunzione, vanno in diarrea o accusano forte nausea e vomito.
Si è visto che i semi spremuti a freddo di determinati vegetali che contengono un notevole apporto di Omega 3 e Omega 6, ben bilanciati tra loro, assunti in dosaggi appropriati, sono anche più facilmente digeribili sia dall’uomo che dagli animali.
Pesce nel Gatto e nel Cane Nocivo
Pesce spada: con .976 ppm (parti per milione), ha la più alta concentrazione di mercurio. Ma questo problema si può evitare se si compra pesce spada che proviene da mari in cui non sono presenti determinati batteri. Il problema è che questi mari sono sempre meno a causa dell’aumento della temperatura delle acque.
Salmone: nonostante abbia una bassa concentrazione di mercurio, molti scienziati si son chiesti se non si debba vietare del tutto il consumo di salmone proveniente dal Pacifico, a causa degli alti livelli di isotopi radioattivi. E negli allevamenti di salmoni vengono utilizzati pesticidi e antibiotici per eliminare i parassiti e bloccare la diffusione di malattie.
Sgombro: nonostante possa portare benefici alla salute per il magnesio in esso contenuto, ha un’alta concentrazione di mercurio, 0.454 ppm
Pesce Crudo e Anisakis
Come sappiamo, l’ingestione di un particolare verme, l’Anisakis Simplex, spesso presente nel pesce crudo, è in grado di provocare fenomeni allergici e intossicazioni anche gravi.
I piccoli vermi di Anisakis, si trovano nell’intestino di molti pesci, come aringhe, sgombri, merluzzi, acciughe, nasello, totani, il San Pietro e in alcune specie di pesce azzurro. Dopo la pesca questo parassita può migrare e depositarsi nel tessuto muscolare del pesce. Le larve possono impiantarsi nell’apparato gastrointestinale umano e animale.
L’intossicazione di Anisakis provoca: mal di stomaco, nausea e vomito. Mentre a livello intestinale si manifesta con ulcere, forti dolori addominali, diarrea, nausee e, nelle forme più gravi, perfino peritonite, fenomeni asmatici e di tipo allergico.
Pesce Crudo e Antitiaminasi
Il Pesce Crudo contiene una sostanza che blocca l’assorbimento della tiamina o vitamina B1, questa sostanza è detta Antitiaminasi. Cani e Gatti che mangiano Pesce Crudo rischiano carenza di vitamina B1. La tiamina è necessaria per la sintesi dell’emoglobina e deve essere costantemente assunta con la dieta poichè l’oganismo umano e animale non è in grado di trattenerla. La Carenza di vitamina B1 nel Cane e nel Gatto, può portare a patologie cardiache, vascolari e neurologiche.
Grazia Foti
Naturopata
www.gattocicovablog.it
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