Non Portate Animali all Isola del Giglio Non Vengono Soccorsi

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Non Portate Animali all Isola del Giglio Non Vengono Soccorsi.. La NON ci sono veterinari e nessun medico è disposto a soccorrere un animale in condizioni si emergenza.

 
Non portate animali all Isola del Giglio
 
Non Portate Animali all Isola del Giglio Non Vengono Soccorsi
 
 
Dal racconto dei tutori di Camilla
“Quando Camilla ha cominciato ad avere il respiro pesante e si è accasciata a terra senza più reazioni apparenti, i suoi custodi, appena sbarcati al Giglio per le vacanze, hanno subito chiamato i soccorsi. Solo in quel momento hanno scoperto che in quell’isola, da anni il loro paradiso per le vacanze, non c’era un veterinario. Non esiste un ambulatorio, non c’è un medico che si occupi di animali. L’unica farmacia, a cui hanno bussato per avere i medicinali suggeriti al telefono dalla veterinaria di famiglia, era chiusa. E il medico di guardia, contattato per un disperato consulto, ha risposto che non aveva le competenze per soccorrerla.

Camilla, una cagnetta di dieci anni, è morta dopo una lunga agonia sul pavimento della casa affittata dai padroni. Un attacco cardiaco che nessuno ha potuto neanche provare a curare e il cui dolore nessuno ha potuto lenire. Dopo otto alcune ore di strazio, la cagnolina è spirata, lasciando i proprietari nella disperazione più nera, nella rabbia e in quel senso di impotenza e ingiustizia che ha fatto giurare loro di non mettere più piede su quell’isola.

Camilla arriva al Giglio la sera di domenica 5 luglio insieme ai suoi tutori, una coppia di pensionati sui 70 anni, originari di Velletri e residenti a Roma. Habitué dell’isola, i due una volta entrati nella casa che avevano preso in affitto, intorno alle 21 notano che la cagnetta respira male. Fiato affannoso e rumoroso, le zampe che non tengono più: l’animale sta male e si accascia a terra.
Preoccupatissimi, telefonano alla veterinaria di fiducia che suggerisce di somministrarle del cortisone e altri farmaci. «Ma non li hanno potuti comprare perché sull’isola non c’era una farmacia aperta o di turno», spiega il genero.

L’incubo è appena iniziato. «Dopo aver chiamato la guardia medica dell’isola – spiega ancora l’uomo – si sono resi conto che non solo il dottore non era in grado di aiutare il povero cane, perché, ha detto, non aveva le competenze specifiche, ma che non esisteva nessun centro di pronto soccorso veterinario e nemmeno un veterinario preposto al servizio estivo».

A quell’ora non c’è nemmeno il traghetto per riportare il cane sulla terraferma per raggiungere il primo centro veterinario, a Orbetello o a Grosseto. La prima corsa per Porto Santo Stefano parte infatti alle 6 del mattino.

Ma Camilla non ce la fa: dopo otto ore di agonia, muore in nottata, senza aver avuto nessun tipo di soccorso e senza aver potuto contare nemmeno sull’eutanasia, l’ultimo, compassionevole gesto che avrebbe potuto risparmiarle ore di sofferenza.

«I miei suoceri non sapevano che al Giglio mancasse il veterinario – spiega ancora il genero – Solo dopo, facendo ricerche su Internet, abbiamo trovato alcuni articoli che riportavano la denuncia della presidentessa dell’Enpa di Grosseto, Marlena Giacolini, che protestava per la mancanza di questo servizio e per il pericolo che corrono gli animali sull’isola».

L’indomani i due coniugi sono ritornati a Velletri con la loro Camilla ormai senza vita. E l’hanno sepolta lì, a casa sua.
 
 

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«Non torneranno mai più al Giglio – conclude il genero – e farò di tutto perché chi ha un cane o un altro animale non ci vada. I gigliesi sono stati accoglienti con i naufraghi della Concordia, ma è alle piccole casistiche che si deve guardare. E il Giglio, senza un medico, per gli animali è un posto pericoloso

 
 
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